Passa ai contenuti principali

Zeppole di San Giuseppe al forno



Queste sono le zeppole di San Giuseppe al forno, che si preparano da tradizione napoletana, il 19  marzo, San Giuseppe, giorno in cui si festeggiano sia i Giuseppe che i papà.

Zeppola al forno

Zeppole di San Giuseppe al forno:

Per la pasta bignè:

  • ½ litro d’acqua
  • ½ cucchiaino di sale
  • 2 cucchiaini di zucchero
  • 180 grammi di burro 
  • 300 grammi di farina 00 (non debole)
  • 7-8 uova grandi
Procedimento:
1)     mettere al fuoco un recipiente con l’acqua, il burro a pezzetti, lo zucchero, il sale e portare al bollore;
2)      quando il liquido bolle, gettare d’un colpo la farina e cominciare subito a mescolare con una spatola di legno, rimestando energicamente fino a che la farina sia ben incorporata;
3)     fare asciugare velocemente l’impasto (panade) a fuoco basso fino a sentire degli sfrigolii e ricavarne una palla;
4)     togliere dal fuoco, lasciare intiepidire ed aggiungere le uova, due per volta, fino a completo assorbimento; le uova all'impasto, si posso far incorporare anche con la frusta a foglia nella planetaria, usando l'accortezza di aggiungere le ultime due, una per volta, poichè in caso di impasto troppo morbido, potrebbe non essere necessario aggiungere l'ultimo uovo;
5)     quando la pasta ha legato ed è diventata liscia, metterla nella tasca da pasticceria (meglio in tela) con la bocchetta a stella (ca. 1 cm) e formare dei cerchi di impasto (cerchio grande per zeppola grande, cerchio piccolo per le mignon) con un piccolo buco al centro, su due teglie ricoperte con carta forno, distanziandoli bene;
6)     infornare alla temperatura di 160° C in forno ventilato, portato già a temperatura, per 45 minuti circa (se dovesse essere necessario aprire il forno, far trascorrere almeno 30 minuti).

    Una volta che le zeppole sono arrivate a temperatura ambiente, spolverizzarle con zucchero a velo (facoltativo), guarnirle centralmente, in sommità, con un generoso ricciolo di crema pasticcera, usando la sac a poche con bocchetta a stella piccola e poi ancora con le amarene sciroppate, ben sgocciolate.

La crema che preparo non è proprio canonica perché prevede meno uova della crema pasticcera classica ed anche è più sostenuta, come deve esserlo per questo utilizzo.. 

Gli ingredienti sono:
  • 500 ml di latte
  • una scorzetta di limone non trattato
  • 2 uova  
  • 60 g di amido di grano/mais 
  • 140 g di zucchero 
  • un pizzico di sale
Si riscalda il latte con la buccia del limone. In un'altra casseruola, a freddo, si mescolano con cura, aiutandosi con una frusta metallica, la farina, l'amido di mais, lo zucchero, il sale e le uova; a questo composto si unisce il latte caldo e si riporta sul fuoco, fino al primo bollore, mescolando con la frusta continuamente. 

Oppure, per velocità, usare il microonde, miscelando amido, farina e un poco di latte, unire le uova, lo zucchero il sale, il resto del latte, sempre mesclando con una frusta ed infine la scorza del limone fresco bio e far cuocere, alla massima potenza, per tre cicli successivi da tre minuti ciascuno, mescolando tra uno e l'altro. 
   
La ricetta per le amarene sciroppate fatte in casa la trovate in questo post.


Commenti

  1. Complimenti, veramente belle. Con queste dosi quante zeppole si producono?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie. Dipende dalla grandezza, in verità non le ho mai contate, ma comunque uso sempre due teglie da forno per cui saranno circa una ventina di zeppole come quelle in foto

      Elimina
  2. di zeppole in zeppole :) anche le tue sono bellissime e sembrano ottime!
    sono davvero curiosa di assaggiare questa crema, l'ho segnata da un po', ma ancora non riesco a farla

    RispondiElimina
  3. Preparata la "pasta bignè", stasera si inforna...

    RispondiElimina
  4. ultimamente ho visto il video dello chef Peppe Guida in cui in 500 gr di acqua metteva la farina 450 gr e 60 gr di burro . Desideravo chiederti se ti sembravano poco i 60 gr di burro ed anche se avevi mai provato questa ricetta. Ti ringrazio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La ricetta cui ti riferisci è per le zeppole fritte non al forno ed è un atto di grande generosità dello Chef Peppe Guida verso noi che lo seguiamo con affetto e dedizione

      Elimina
    2. giusto lo chef le frigge ma farò le tua , a forno sono più leggere e le tue mi sembrano perfette. Grazie sempre gentilissima

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Sciroppo di limone, arancia o mandarino

Nei mesi freddi c'è abbondanza di agrumi in giardino ed io le penso tutte per conservarli. In piena estate, ad esempio, scarseggiano i limoni, oltre ovviamente, le arance, i mandarini, i pompelmi. E allora, mi è venuta in mente quella santa donna di zia Carmela , quella della marmellata o confettura al microonde  quella che in piena estate ci prepara delle l imonate da manuale, dissetanti, con quel suo sciroppo  che diluisce nell'acqua minerale frizzante freddissima e serve con qualche cubetto di ghiaccio.  Mi sono subito adoperata (mi scuso per le bottigliette non proprio da food blogger) ed ecco la ricetta,  per chi se ne serve (cit.) : spremere il succo dell'agrume prescelto, ad esempio il limone; filtrarlo, pesarlo ed aggiungervi lo stesso peso, in zucchero semolato. Scaldare il liquido su fiamma moderata, facendo sciogliere lo zucchero, mescolando di tanto in tanto, senza protrarre troppo l'ebollizione.  Una volta raffreddato, travasarlo in b

Migliaccio dolce napoletano nelle due versioni

Il migliaccio dolce è una tipica preparazione napoletana del periodo di Carnevale.  In famiglia se ne facevano due versioni, una " classica " ed una coi “ capellini d'angelo ”, una pasta secca di grano duro tipo spaghettino, ma con un diametro minore. Recentemente il Dr. Giuseppe Viscardi mi ha scritto queste note sulle origini ed il significato del migliaccio, un dolce antichissimo: il migliaccio dolce viene preparato nell'anno solare, per la prima volta il 17 gennaio (Sant'Antonio Abate), giorno in cui, secondo la tradizione napoletana, finisce il tempo di Natale e comincia il Carnevale.  È un dolce carico di significati, apre e chiude una festa invernale per poi lasciar posto ad un altro dolce, la pastiera, fondamentalmente molto simile, ma che però, al posto della semola di grano duro ottenuta dal raccolto dell'anno prima, sostituisce i primi chicchi di grano (probabilmente ancor prima orzo) del nuovo raccolto.  Attraverso questi sapori