Passa ai contenuti principali

Sa' cher con albicocche confit a freddo e cioccolato al profumo di caffè



Questa è stata una terribileannata per le mie amate albicocche vesuviane rovinate il 16 giugno u.s. da eventi meteorici di straordinaria violenza: bombe d'acqua, venti fortissimi e grandine, abbattutisi sui campi dove la frutta era pronta per essere raccolta. 

Sono molto legata a questo frutto, l'albicocca, perchè nella tenuta che mio padre ed il fratello acquistarono agli inizi degli anni settanta in San Giorgio a Cremano, ce ne erano tanti di albicocchi. Davano frutti abbondanti e diversi da albero ad albero: grandi, piccoli, con l'interno del nocciolo dolce. Poi c'erano anche noci maestosi e ciliegi svettanti, susini, noccioli.

I nostri albicocchi erano alberi con rami piuttosto bassi, per cui anche noi bambini potevamo raccogliere la frutta direttamente con le mani, senza usare treppiedi o scale pericolose. I grandi ci dotavano di panierini o ceste intrecciate e sguinzagliavano, noi bambini d'appartamento, nei campi verso la raccolta.   

Questo periodo felice della raccolta durava poco, la maggior parte della frutta maturava tutta insieme e sul terreno in breve, si formava un enorme tappeto color arancio.


Papà o lo zio, non hanno mai venduto le albicocche o altro che proveniva dal nostro fondo, ma regalato a cassette, per cui, chi poteva veniva a raccogliere insieme noi. La cosa si sarebbe ripetuta in settembre con la battitura delle noci e relativa festa.
Ci si vedeva nei campi con cugini, zii ed amici e si scorazzava beatamente. Che merende nel grosso e fresco pagliaio!
Di albicocche ne facevamo scorpacciate, sia da fresche che più tardi sotto forma di confetture, succhi, crostate.


Questo piccolo scritto, per introdurre #terradifuoco, il contest dedicato alla diffusione della conoscenza dei prodotti d'eccellenza provenienti dalla regione Campania e la mia proposta, la sa'cher, personale vesuviana interpretazione della mitteleuropea sacher, ma con base di caprese alle mandorle e caffè e l'albicocca vesuviana quale assoluta protagonista, lasciata quasi tal quale. 
"Che te crediv ca'cher?"  la mia "Sa' cher".
A mio parere, i sapori decisi dei vari elementi che costituiscono questo dolce, si fondono bene tra loro.

Base di caprese aromatizzata al caffè
  • 6 uova
  • 250 g di mandorle con la pellicina 
  • 200 g di zucchero semolato
  • 250 g di cioccolato fondente di ottima qualità
  • 150 g di burro
  • 1 cucchiaino di essenza di vaniglia
  • 1 pizzico di sale 
  • 1 cucchiaino di caffè in polvere 
  • un goccio di liquore al caffè

  • Si tritano finemente le mandorle; si fanno fondere a bagnomaria i 250 grammi di cioccolato fondente; i 150 grammi di burro necessari, saranno a pomata. Con questi due ingredienti pronti, si inizia montando a spuma sei uova intere con lo zucchero; sempre con le fruste, ma a velocità bassa, si aggiunge il cioccolato fuso, il burro, il caffè in polvere, il pizzico di sale, quindi le mandorle e gli aromi. Il composto si versa in una teglia da 26 cm di diametro, foderata con carta forno e si inforna  a 160° C per circa 45 minuti  (provare la cottura con uno stecchino). 
    La caprese andrà sformata solo quando arriverà a temperatura ambiente.
Caramello al caffè 
  • 140  g di zucchero
  • 4 tazzine di caffè espresso
Cuocere lo zucchero e portare il caramello al colore biondo; aggiungere il caffè e riscaldare di nuovo per sciogliere il caramello.

Sfoglia di cioccolato fondente 
  •   100 g di cioccolato fondente

  • Mettere nel microonde a bassa potenza per qualche secondo fino a sciogliere il cioccolato. Spennellarlo su carta forno appoggiata su dei cartoncini sagomati a formare delle onde. Mettere in frigo a solidificare e solo al momento di decorare, staccare delicatamente il cioccolato dal foglio di carta forno.
Albicocche confit a freddo (senza calore)
  • 400 g di albicocche vesuviane 
  • 60 g zucchero
  • un pizzico di sale
Scegliere albicocche vesuviane mature ma sode, tagliarle a brunoise o piccoli cubetti e mettere sottovuoto in frigo per 24 – 48 ore, con il quindici per cento del loro peso in zucchero ed un poco di sale.
Questo procedimento per il confit senza calore, applicato al limone, lo ha spiegato lo Chef Niko Romito durante l'ultima edizione delle Strade della Mozzarella  ed io ero lì a prendere appunti.
 
albicocche confit, a freddo (senza calore)
Composta di albicocche

 Frullare una parte delle albicocche confit.

Composizione del dolce

Tagliare la caprese in rettangoli. Nel piatto da portata, stendere un cucchiaino di composta di albicocca, adagiarvi sopra la caprese, coprire con composta di albicocca, poggiare una sfoglia di cioccolato. Decorare con albicocche confit, caramello al caffè e polvere di caffè.


Commenti

  1. Maria, non so da dove iniziare. O meglio, lo so, vorrei iniziare mangiandone una fetta.
    1. adoro le albicocche, quelle di casa però, appena raccolte e con un sapore che quelle comprate non hanno e non avranno mai. sono cresciuta più o meno come te (anche se il fondo di mio padre non è così grande :) ) e il tuo racconto mi ha messo un sorriso malinconico.
    2. la sacher mi è sempre sembrata troppo inchiummosa, questa versione campana con la caprese e le albicocche praticamente "crude" invece è proprio di mio gusto, profumata e saporita, ma fresca.
    3. ma che genialata è la caprese al caffè? la provo di certo :D
    4. il caramello al caffè mi intriga, tutto il dolce mi intriga, insomma: bravissima!
    complimenti di cuore!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie di cuore Valentina e tieniti stretto il tuo papà

      Elimina
  2. Questa foto sa di buono e bello, di passione per i prodotti che hai scelto.
    Complimenti!!

    Rosa

    RispondiElimina
  3. Bello. Vorrei capire meglio questo confit senza calore, visto che mentre spiegava niko romito io ero in cucina a carpire segreti a peppe guida.. mi metti un post su gennarino, quando hai tempo? quando torno dalle ferie lo provo, magari con un atro frutto... intanto, complimenti per il dolce. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Teresa :)
      Il procedimento è breve, dura solo 24 ore ed anch'io voglio provarlo con altra frutta.
      Ma ne riparliamo sul forum di gennarino ;)

      Elimina
  4. Maria Romano e Teresa De Masi: interessa anche a me, questo procedimento a freddo della frutta in confit....Questa torta m'intriga molto....La provo sicuramente....

    RispondiElimina
  5. La piccola ma generosa postilla sulla conserva delle albicocche apre tanti scenari...
    Leggevo ieri altrove della cottura al sole delle albicocche in recipienti di vetro: metodo contadino, quindi efficace, per conservare il sapore, concentrato, della frutta senza una eccessiva aggiunta di zuccheri se colta non troppo matura. Grazie

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Sciroppo di limone, arancia o mandarino

Nei mesi freddi c'è abbondanza di agrumi in giardino ed io le penso tutte per conservarli. In piena estate, ad esempio, scarseggiano i limoni, oltre ovviamente, le arance, i mandarini, i pompelmi. E allora, mi è venuta in mente quella santa donna di zia Carmela , quella della marmellata o confettura al microonde  quella che in piena estate ci prepara delle l imonate da manuale, dissetanti, con quel suo sciroppo  che diluisce nell'acqua minerale frizzante freddissima e serve con qualche cubetto di ghiaccio.  Mi sono subito adoperata (mi scuso per le bottigliette non proprio da food blogger) ed ecco la ricetta,  per chi se ne serve (cit.) : spremere il succo dell'agrume prescelto, ad esempio il limone; filtrarlo, pesarlo ed aggiungervi lo stesso peso, in zucchero semolato. Scaldare il liquido su fiamma moderata, facendo sciogliere lo zucchero, mescolando di tanto in tanto, senza protrarre troppo l'ebollizione.  Una volta raffreddato, travasarlo in b

Migliaccio dolce napoletano nelle due versioni

Il migliaccio dolce è una tipica preparazione napoletana del periodo di Carnevale.  In famiglia se ne facevano due versioni, una " classica " ed una coi “ capellini d'angelo ”, una pasta secca di grano duro tipo spaghettino, ma con un diametro minore. Recentemente il Dr. Giuseppe Viscardi mi ha scritto queste note sulle origini ed il significato del migliaccio, un dolce antichissimo: il migliaccio dolce viene preparato nell'anno solare, per la prima volta il 17 gennaio (Sant'Antonio Abate), giorno in cui, secondo la tradizione napoletana, finisce il tempo di Natale e comincia il Carnevale.  È un dolce carico di significati, apre e chiude una festa invernale per poi lasciar posto ad un altro dolce, la pastiera, fondamentalmente molto simile, ma che però, al posto della semola di grano duro ottenuta dal raccolto dell'anno prima, sostituisce i primi chicchi di grano (probabilmente ancor prima orzo) del nuovo raccolto.  Attraverso questi sapori

Zeppole di San Giuseppe al forno

Queste sono le zeppole di San Giuseppe al forno , che si preparano da tradizione napoletana, il 19  marzo, San Giuseppe , giorno in cui si festeggiano sia i Giuseppe che i papà. Zeppola al forno Zeppole di San Giuseppe al forno : Per la pasta bignè: ½ litro d’acqua ½ cucchiaino di sale 2 cucchiaini di zucchero 180 grammi di burro  300 grammi di farina 00 (non debole) 7-8 uova grandi Procedimento: 1)       mettere al fuoco un recipiente con l’acqua, il burro a pezzetti, lo zucchero, il sale e portare al bollore; 2)       quando il liquido bolle, gettare d’un colpo la farina e cominciare subito a mescolare con una spatola di legno, rimestando energicamente fino a che la farina sia ben incorporata; 3)       fare asciugare velocemente l’impasto ( panade ) a fuoco basso fino a sentire degli sfrigolii e ricavarne una palla; 4)       togliere dal fuoco, lasciare intiepidire ed aggiungere le uova, due per volta, fino a completo