Nell’antica città di Paestum, Patrimonio Unesco, in provincia di Salerno, presso il Savoy Beach Hotel, quest'anno il Congresso delle Strade della Mozzarella si è tenuto il 13 e 14 aprile.
Il mio "viaggio
essenziale", tema di quest'anno delle Strade
della Mozzarella, era già cominciato con il Contest in cui avevo
cercato di esprimere il richiamo a quanto più mi è di ispirazione, la mia essenza appunto:
"La ricetta, come la poesia, non è di chi la scrive ma
di chi gli serve", parafrasando indegnamente Troisi. Concetto che
ho cercato di racchiudere nel modo a me più congeniale, in questa ricetta, seguita poi, dalla seconda, condita quest'ultima anche da un pizzico di estro creativo.
Il congresso
organizzato da Barbara Guerra ed Albert Sapere, ma va un grazie speciale a Bruna Guerra, ha avuto anche
quest'anno un programma fittissimo ed interessante, anzi direi avvincente:
grandi cuochi si sono misurati con la Mozzarella di Bufala Campana DOP, svolgendo un
grande lavoro di ricerca, tutto incentrato su questo ingrediente principe della
dieta mediterranea e della cucina italiana.
Per molti Chef, soprattutto per quelli stranieri, la Mozzarella di Bufala
Campana DOP non è purtroppo, un ingrediente che appartiene al quotidiano. Ma
nonostante questo, tutti sono stati rispettosi verso il nostro oro bianco,
mantenendo come comune denominatore, la valorizzazione di questo nostro
prodotto d'eccellenza, reinterpretato, rimaneggiato, abbattuto, sublimato e
servito poi, nelle maniere più creative. Per alcuni degli astanti, il risultato
ha sfiorato l'eresia, per me, invece, c'è stato esercizio di ricerca, fantasia,
meraviglia e divertimento in ogni intervento cui ho assistito.
Il fatto che la "morte" della mozzarella di bufala campana Dop, sia il morso ben assestato, in ogni caso, ci mette sempre tutti d'accordo.
Il fatto che la "morte" della mozzarella di bufala campana Dop, sia il morso ben assestato, in ogni caso, ci mette sempre tutti d'accordo.
Alla padrona di
casa, la mozzarella di bufala campana Dop, hanno tenuto ottima compagnia sia la
pasta di Gragnano Igp che le diverse cultivar di pomodoro campano, oltre
l'ospite d'onore straniero, lo Champagne Bruno Paillard, verso cui ho scoperto
avere proprio un debole.
Durante i lavori congressuali, purtroppo, è stato impossibile seguire tutti i laboratori, ma quelli ai quali ho avuto la possibilità di assistere, resteranno però per me indimenticabili.
Il primo giorno è corso veloce tra chef del calibro di Heinz Beck, Cristina Bowerman, Ernesto Iaccarino, Rosanna Marziale e chiusura di Jacques Genin.
In particolare,
Rosanna Marziale, chef campana, si è soffermata sul concetto della convivialità a tavola. Questo il suo
piatto, pasta pummarola muzzarella allo tzimtzum:
pasta pummarola muzzarella allo tzimtzum |
Alle ore 19, nella
gremitissima sala Kind of White del Savoy, veniva il momento per me tanto
atteso, quello del genio parigino Jacques Genin, che sceglieva di misurarsi per la prima volta, con la ricotta di bufala campana. Le sue proposte hanno virato più verso il salato. La
prima è stata una terrina a base di ricotta e barbabietole rosse con germogli
di anice e barbabietola, servita con una vinaigrette a base di olio
extravergine di oliva e nocciole.
A seguire uno choux croccante, farcito con ricotta
montata con poca panna di bufala e olio extravergine, ricoperto da una glassa
verde alle erbette.
Infine, un'ulteriore bella sorpresa a chiudere l'esaltante ed intensa prima giornata, è stata riservata al gruppo delle sperimentatrici del Latterì, di cui mi onoro di far parte, da Silvia ed Alberta Mandara, con la cena presso il ristorante degli Oleandri Resort, proposta dallo Chef executive della struttura, Gaetano Iannone.
To be continued .....
un'esperienza da ripetere!!
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