Certe ricette vengono da sole, maturano col tempo e come un ricamo, passo dopo passo, prendono forma e sostanza.
E proprio così è stato per i cioccolatini di pasta e pomodoro, nelle versioni "cioccolatini di pasta nudi", "cioccolatini di pasta vestiti", cioccolatini di pasta nudi e farciti 1.0", "cioccolatini di pasta nudi e farciti 2.0".
Sono passata dai Mon Pomì e prima ancora, dai pomodorini sotto spirito, che partivano dai pomodorini pelati sciroppati, che venivano dai pomodorini sciroppati o semi - canditi.
Il tutto inframmezzato dal Pomodoro nel bicchiere e poi, dal Pomodoro nella crostata, la prima prova seria di avvicinamento al cioccolato.
Detto ciò, ecco
Ingredienti per una ventina di cioccolatini:
Cuocere una ventina di pezzi di pasta di grano duro - questa volta ho usato gli gnocchi napoletani- e portarli a cottura, che deve essere al dente. Colare la pasta e farla asciugare su un telo di lino.
Spezzettare il 70% del cioccolato fondente (m-low microonde) per max 90 secondi (oppure a bagnomaria), mescolare e portare alla temperatura di 50° C, aggiungere il resto del cioccolato, portando la temp. a 28° C.
E proprio così è stato per i cioccolatini di pasta e pomodoro, nelle versioni "cioccolatini di pasta nudi", "cioccolatini di pasta vestiti", cioccolatini di pasta nudi e farciti 1.0", "cioccolatini di pasta nudi e farciti 2.0".
Il tutto inframmezzato dal Pomodoro nel bicchiere e poi, dal Pomodoro nella crostata, la prima prova seria di avvicinamento al cioccolato.
Detto ciò, ecco
Ingredienti per una ventina di cioccolatini:
- n. 22 pezzi di pasta di grano duro tipo gnocchi napoletani Di Martino o tofette Pastificio dei Campi
- 200 g di cioccolato fondente di ottima qualità
- n. 10 pomodorini sotto spirito
- sciroppo della semi - canditura dei pomodorini sciroppati q.b.
Cuocere una ventina di pezzi di pasta di grano duro - questa volta ho usato gli gnocchi napoletani- e portarli a cottura, che deve essere al dente. Colare la pasta e farla asciugare su un telo di lino.
Spezzettare il 70% del cioccolato fondente (m-low microonde) per max 90 secondi (oppure a bagnomaria), mescolare e portare alla temperatura di 50° C, aggiungere il resto del cioccolato, portando la temp. a 28° C.
A questo punto,
per i "cioccolatini di pasta vestiti", colare il cioccolato fuso negli stampi di silicone e farne un primo strato (se dovesse sembrare troppo sottile farne un secondo), lasciare che asciughi Mettere in ogni formina, un pezzetto di pasta glassata col cioccolato fuso, fare un altro strato leggero col cioccolato fuso e far asciugare, Quindi, aggiungere mezzo pomodorino sotto spirito e coprire con sciroppo da pomodoro sciroppato. Far raffreddare. Coprire con cioccolato fuso e lasciare ad asciugare al fresco. Sformare delicatamente i cioccolatini.
Per i "cioccolatini di pasta nudi" glassare i pezzetti di pasta nel cioccolato fuso, uno per volta, facendo colare il cioccolato in eccesso e farli asciugare.
Oppure, in versione "cioccolatini di pasta nudi e farciti 2.0" su ogni cioccolatino nudo, poggiare un piccolo pomodorino sotto spirito (un ciliegino), glassato nello sciroppo e riempire il guscio con lo sciroppo stesso.
Infine, sempre per i "cioccolatini di pasta nudi e farciti 1.0" preparare la farcitura: per il ripieno ho scelto, per questa prima prova, di far fondere 40 g
di cioccolato fondente, cui ho unito 3 g di glucosio, 5 g di burro e 10 grammi di
confettura di pomodori. Tagliare a pezzetti
un pomodorino sotto spirito, unire
alla farcitura al cioccolato e conservare in frigo fino all'uso. Ho farcito i gusci di pasta dei "nudi", già ricoperti di cioccolato, con il ripieno
preparato ed ho guarnito con una fettina di pomodorino sotto spirito, che qualche giorno prima dell’utilizzo, avevo colato dall'alcool ed avevo messo nello sciroppo, quello della loro sciroppatura.
Questa ricetta è registrata su Mysocialrecipe.
"La vita è come una scatola di cioccolatini, Forrest, non sai mai quello che ti capita".
A me è capitato di incontrare i pomodori sin da quando, piccolissima, andavo a trovare nonna Maria, che china sui solchi di terra, con quello che poi avrei scoperto si chiamasse "chiantaturo" (trapiantatore), reso lucente dall'uso, metteva a dimora le piantine di pomodoro nate nei semenzai (spallere).
La sua era un'agricoltura intensiva, sotto serra, le prime serre, di pali di castagno e vetro, che servivano a produrre le "primizie".
In braccio a mio padre, mi dicono gli chiedessi cosa fosse quell'attrezzo che stava usando nonna e che lui mi rispondesse: "Quella è la penna della nonna".
Nonna Maria ebbe il coraggio di osare: erano gli anni cinquanta e lei, rimasta vedova, con sette figli da crescere, si rimboccò le maniche. Lavorava con la testa e con le braccia, quando, solo con l'aiuto dei suoi figli, da 16 a 2 anni, china sulla terra fertilissima, continuò a coltivare "primizie", pomodori, melanzane, zucchine, peperoncini verdi, che con la loro bellezza ed il loro sapore, per primi arrivavano a conquistare il mercato di Napoli, prima che l'offerta aumentasse e che i prezzi di conseguenza, calassero.
Quella sua terra e quella determinata maniera di coltivarla così intensamente e bene, era stata oggetto di studio anche degli "spagnuoli", come raccontava lei nei rari momenti di pausa dal lavoro; in realtà erano alcuni professori dall'università di Agraria di Portici, tra cui proprio uno spagnolo, che accompagnati da mio padre, allora studente, vennero a studiare l'associazione e la rotazione tra colture erbacee, in quei terreni vulcanici di Napoli.
A me piace anche solo l'odore che sprigiona la pianta di pomodoro, quando si sfiora, un profumo che cambia durante l'arco della giornata.
Sono poi, cresciuta nella convinzione che i pomodori potessero essere squisiti anche in versione dolce. Mia madre me li passava, da crudi e rossi, maturi e me li condiva con solo un pizzico di zucchero; in estate spesso questa era la mia merenda. Le zie inorridiscono ancora al solo pensiero. Così, nella diffidenza generale cui sono stata abituata, ne ho fatte e ne farò di prove col pomodoro! Io mi diverto.
per i "cioccolatini di pasta vestiti", colare il cioccolato fuso negli stampi di silicone e farne un primo strato (se dovesse sembrare troppo sottile farne un secondo), lasciare che asciughi Mettere in ogni formina, un pezzetto di pasta glassata col cioccolato fuso, fare un altro strato leggero col cioccolato fuso e far asciugare, Quindi, aggiungere mezzo pomodorino sotto spirito e coprire con sciroppo da pomodoro sciroppato. Far raffreddare. Coprire con cioccolato fuso e lasciare ad asciugare al fresco. Sformare delicatamente i cioccolatini.
Oppure, in versione "cioccolatini di pasta nudi e farciti 2.0" su ogni cioccolatino nudo, poggiare un piccolo pomodorino sotto spirito (un ciliegino), glassato nello sciroppo e riempire il guscio con lo sciroppo stesso.
Questa ricetta è registrata su Mysocialrecipe.
"La vita è come una scatola di cioccolatini, Forrest, non sai mai quello che ti capita".
A me è capitato di incontrare i pomodori sin da quando, piccolissima, andavo a trovare nonna Maria, che china sui solchi di terra, con quello che poi avrei scoperto si chiamasse "chiantaturo" (trapiantatore), reso lucente dall'uso, metteva a dimora le piantine di pomodoro nate nei semenzai (spallere).
La sua era un'agricoltura intensiva, sotto serra, le prime serre, di pali di castagno e vetro, che servivano a produrre le "primizie".
In braccio a mio padre, mi dicono gli chiedessi cosa fosse quell'attrezzo che stava usando nonna e che lui mi rispondesse: "Quella è la penna della nonna".
Nonna Maria ebbe il coraggio di osare: erano gli anni cinquanta e lei, rimasta vedova, con sette figli da crescere, si rimboccò le maniche. Lavorava con la testa e con le braccia, quando, solo con l'aiuto dei suoi figli, da 16 a 2 anni, china sulla terra fertilissima, continuò a coltivare "primizie", pomodori, melanzane, zucchine, peperoncini verdi, che con la loro bellezza ed il loro sapore, per primi arrivavano a conquistare il mercato di Napoli, prima che l'offerta aumentasse e che i prezzi di conseguenza, calassero.
Quella sua terra e quella determinata maniera di coltivarla così intensamente e bene, era stata oggetto di studio anche degli "spagnuoli", come raccontava lei nei rari momenti di pausa dal lavoro; in realtà erano alcuni professori dall'università di Agraria di Portici, tra cui proprio uno spagnolo, che accompagnati da mio padre, allora studente, vennero a studiare l'associazione e la rotazione tra colture erbacee, in quei terreni vulcanici di Napoli.
A me piace anche solo l'odore che sprigiona la pianta di pomodoro, quando si sfiora, un profumo che cambia durante l'arco della giornata.
Sono poi, cresciuta nella convinzione che i pomodori potessero essere squisiti anche in versione dolce. Mia madre me li passava, da crudi e rossi, maturi e me li condiva con solo un pizzico di zucchero; in estate spesso questa era la mia merenda. Le zie inorridiscono ancora al solo pensiero. Così, nella diffidenza generale cui sono stata abituata, ne ho fatte e ne farò di prove col pomodoro! Io mi diverto.
E io appresso a te!
RispondiEliminaMote difficult and more beautiful, bravissima Maria.
Anche io avevo la nonna contadina, anche io sono cresciuta tra i pomodori e distinguo il profumo delle piante a seconda dell'ora del giorno. Grazie per il tuo racconto, rende la ricetta ancora più preziosa
L'hai letto tutto! Incredibile. Non bastano i ringraziamenti
Eliminaletto anch'io tutto. che dirti? sei sempre più brava e avrei voglia di assaggiare un pomodorino sotto spirito.
RispondiEliminaGrazie Antonia, li devo rifare, in quantità maggiori, sono incredibilmente finiti.
EliminaMi basterebbe che ne assaggiassi anche solo un pezzettino, grazie ancora.
Ma che meraviglia Maria! Che idee superlative. Anche i miei nonni materni erano contadini e da oggi guarderò le mie piantine di pomodori, che crescono in giardino, con occhi nuovi ��
RispondiEliminaGrazie Rosa! Per metà sono "contadinella", la metà più poderosa. Noi due osiamo con gli ingredienti e diciamo la verità, ci divertiamo pure.
EliminaIo non ho parole... :O
RispondiEliminaE non lo so se è un fatto buono :D :D
EliminaThanks
Wow! Sono rimasta incollata sino alla fine a leggere con una fame da lupi la sua descrizione, lei non scrive semplicemente di cucina , lei si descrive attraverso la cucina , insomma lei è nelle sue ricette ,ha davvero un blog raro e superlativo . I miei complimenti da una giovane donna che avendo tutti contro sta pian pianino Riprendendo le redini di quelle tradizioni Orali che la nonna le raccontava da bambina sgranocchiando un pezzo di pane spruzzato di olio autoprodotto e una falda di pomodoro. Ci vorrebbero nonne come le nostre, e donne come lei che raccontano di storie di vita . Grazie infinite .
RispondiEliminaWow! Sono rimasta incollata sino alla fine a leggere con una fame da lupi la sua descrizione, lei non scrive semplicemente di cucina , lei si descrive attraverso la cucina , insomma lei è nelle sue ricette ,ha davvero un blog raro e superlativo . I miei complimenti da una giovane donna che avendo tutti contro sta pian pianino Riprendendo le redini di quelle tradizioni Orali che la nonna le raccontava da bambina sgranocchiando un pezzo di pane spruzzato di olio autoprodotto e una falda di pomodoro. Ci vorrebbero nonne come le nostre, e donne come lei che raccontano di storie di vita . Grazie infinite .
RispondiEliminaWow! Sono rimasta incollata sino alla fine a leggere con una fame da lupi la sua descrizione, lei non scrive semplicemente di cucina , lei si descrive attraverso la cucina , insomma lei è nelle sue ricette ,ha davvero un blog raro e superlativo . I miei complimenti da una giovane donna che avendo tutti contro sta pian pianino Riprendendo le redini di quelle tradizioni Orali che la nonna le raccontava da bambina sgranocchiando un pezzo di pane spruzzato di olio autoprodotto e una falda di pomodoro. Ci vorrebbero nonne come le nostre, e donne come lei che raccontano di storie di vita . Grazie infinite .
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