L’insolita ciambotta
Dell'estate oramai, ne resta solo un pallido strascico. Prima che sia
troppo tardi, che l’autunno irrompa irrimediabilmente, accompagnandoci verso
l’inverno, mi sono decisa a provare e scrivere di questa idea che mi balenò
mesi or sono, ma che stentava a prendere forma.
Era piena estate, le giornate calde d’agosto scorrevano lente; avevo a
disposizione tanti ortaggi e bacche (pomodori) nel loro periodo
migliore: zucchine, papaccelle, melanzane, pomodorini gialli e rossi, quelli
del piennolo, coltivati da zia, biologicamente.
In genere, con tutte questi ortaggi mi piace preparare la ciambotta
napoletana, una gustosa zuppa salata, in lingua napoletana detta anche ‘a
mmesca, ovvero mescolanza, miscuglio.
Sull'onda della semi canditura dei pomodorini rossi e gialli, i pomodorini
pelati sciroppati del Vesuvio, ho sciroppato (semi
candito), anche questi ortaggi, uno per volta, divisi per tipo e per colore.
Nel dare forma all'idea del dolce, per contrastare il troppo
zuccherino dei vegetali, ho pensato al craquelin
saleè ai taralli mandorle sugna e pepe, per una leggera croccantezza,
anche le meringhette
al limone, per la cremosità, un tentativo di quenelle con panna
montata leggermente zuccherata mescolata allo yogurt bianco freddo; a ricordare
la zuppa, fettine di pane leggermente tostate e caramellate, con qualche
briciola ricavata e alcune gocce di sciroppo dei pomodorini del piennolo
sciroppati a finire.
Ecco, questa è l’insolita ciambotta ed ha preso le
sembianze di un colorato dolce al piatto.
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